Ridistribuito da Lucky Red, torna nelle sale il film che spiega perché “piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale” e lo fa in una data non casuale.

Il ritorno e la storia del Porco di Miyazaki

Il 25 aprile, in occasione degli 80 anni dalla Liberazione dal nazifascismo e 15 anni dopo l’ultima distribuzione targata Lucky Red, fa il suo ritorno al cinema Porco Rosso. Tra i più iconici dei film del maestro Hayao Miyazaki, l’opera del 1992 sarà proiettata nelle città di Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Genova, Milano e Torino. Sette sale, tutte nei luoghi della Resistenza, che riabbracceranno il Porco coraggioso aviatore che al nero della divisa fascista ha preferito la libertà, anche a costo di vivere nella solitudine.

Vittima di un sortilegio, il protagonista della storia, sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale al contrario dei suoi compagni, si ritrova ad avere le sembianze di un maiale. Marco (questo il vero nome del Porco di Miyazaki), convive con il ricordo dei suoi vecchi amici e con quella che pensa essere una colpa da espiare per non essere volato in cielo come gli altri.

Una scena di Porco Rosso (1992)

Non è però dello stesso avviso la 17enne Fio, che non appena appresa la storia del maiale, crede invece che gli sia stata data una seconda possibilità e arriva persino a chiedergli di baciarlo per cercare di spezzare l’incantesimo. Sullo sfondo, la storia di Madame Gina che ama segretamente Marco e aspetta che prima o poi anche quel Porco, maledettamente testardo e orgoglioso, se ne accorga.

Non solo Resistenza

Come avrete capito, Porco Rosso non parla solo di fascismo e di quanto sia importante la propria libertà, anche se significa essere continuamente in fuga da chi vorrebbe importi il proprio potere. L’opera di Miyazaki è più in generale una riflessione sulla guerra. In particolare sull’insensatezza, della guerra. Miyazaki mette in scena momenti esilaranti che ridicolizzano gli aviatori, impegnati nel più stupido dei giochi inventato dagli uomini, mentre si inseguono sparandosi e (nel finale) prendendosi a pugni, in un incontro di boxe improvvisato con tanto di gong e bookmakers.

Porco Rosso/Marco Pagot e Fio Piccolo in una scena del film

Anche Marco, che nel duello con l’antagonista principale non ha intenzione di ucciderlo per vincere, vuole però difendere l’onore e finisce anche lui nel gioco machista di dimostrare chi è il più forte. Il regista non ha paura di additarli come stupidi attraverso la bocca di Madame Gina o di criticarli con alcuni discorsi della brillante Fio. Nella storia di Miyazaki gli unici personaggi che ragionano sembrano essere quelli femminili.

Una chiave

Porco è la rappresentazione dei veterani della Grande Guerra, scottati dai traumi subiti sul campo di battaglia. Ma è anche il più classico degli esseri umani che, ancora oggi, non riescono a vedere una soluzione ai problemi del mondo, diversa dal conflitto tra gli uomini. Marco, infatti fugge da chi vorrebbe dargli amore e affetto e dall’unica scelta di vita possibile: volare leggero sopra l’odio e la prepotenza, come a bordo del suo idrovolante.

Porco Rosso sembra porre questo dilemma: volare lontano dalle guerre o rimanere sulla terra a spararsi contro? A voi la scelta. Sappiate però, che “un maiale che non vola è solo un maiale”.