
A dispetto del nome, Pesci Piccoli 2 segna la maturità artistica dei The Jackal che nell’ultima stagione portano a un livello superiore la serie prodotta in collaborazione con Mad Entertaitment. Perché la serie Prime Video è il miglior prodotto del gruppo tutto made in Napoli. Almeno fino ad ora.
La nuova vita di Pesci Piccoli
Sarà forse perché, come i protagonisti della loro storia, hanno sempre avuto “molte idee e poco budget”, o che per la prima volta il budget non era poi così ridotto, ma i The Jackal quest’anno hanno superato se stessi.
Pesci Piccoli (nella prima stagione una sitcom che strizza l’occhio al mockumentary con tanto di citazione a The Office), con il secondo capitolo esce dalla propria crisalide, librandosi nell’etere di Prime Video come un dramedy maturo e difficilmente collocabile. Pesci Piccoli 2 ha infatti un’identità fortissima. Quella dei The Jackal, partiti dall’indie di Youtube e arrivati a quello che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella loro carriera.

Novità

Come raccontato alla rivista FilmTV, i due autori Alessandro Grespan e Francesco Ebbasta (quest’ultimo anche regista della serie) si erano prefissati due obiettivi in particolare: approfondire le backstories dei personaggi e costruire una drammaturgia più solida. La scritturazione è avvenuta in collaborazione con Alessandro Bosi e Mary Stella Brugiati e il prodotto è stato uno script quasi chirurgico. Nessun elemento è mai fine a se stesso e anche le gag più demenziali rappresentano una molla per i momenti più affini al dramma.
Dal “bozzettismo” (come dicevano un tempo i critici) con la seconda stagione di Pesci Piccoli, si passa a un’inedita tridimensionalità dei personaggi. Gli otto episodi della serie sono centrati sugli interpreti principali, ma anche quelli secondari sono messi sotto una nuova luce rispetto al primo capitolo.
Parola d’ordine: riconoscibilità

Poi, come dicevamo, c’è l’identità The Jackal. Sotto certi aspetti, Pesci Piccoli 2 ha rappresentato per il collettivo napoletano un ritorno alle origini. Una caratteristica evidente è infatti il citazionismo senza limiti. Da Fight Club a Titanic, passando per il Fantabosco della Melevisione. Una cifra stilistica che ai The Jackal appartiene fin dagli inizi, dai tempi di video come Rombo (parodia del film con Stallone) o Break to the Future.
Pesci Piccoli 2 ha in sé anche l’ironia classicamente napoletana, che i The Jackal hanno ripreso senza mai diventare anacronistici. Modi e sguardo che ricalcano quella malinconia “troisiana”, fatta di personaggi sempre fuori posto in una realtà mai a misura d’uomo. Però, se il Gaetano di Ricomincio da tre, partiva verso il Nord Italia, in una serie che ribalta gli stereotipi portando un’agenzia di comunicazione a Napoli, i personaggi di Pesci Piccoli 2 viaggiano rimanendo nelle proprie stanze di ufficio. Perché si tratta di viaggi interiori, alla ricerca, come Troisi nel film dell’81, dei propri bisogni e desideri.

Anche gli special guest non sono certo una novità. In continuità con la prima stagione, i personaggi del mondo dello spettacolo attraversano il microcosmo dell’agenzia Tree of Us cimentandosi in ruoli più o meno vicini al proprio personaggio televisivo o social. Come nelle vecchie collaborazioni su Youtube e nelle ultime apparizioni dei content più recenti.
Futuro
Dopo vent’anni dalla nascita del gruppo, ha spiegato Ebbasta, Pesci Piccoli 2 è stato un “passaggio obbligato” per capire cosa fare in futuro. Per i nostri, il viaggio continua verso nuove mete. Nel mondo social, sulle piattaforme e perché no anche nel cinema (dove potrebbero tornare con maggiori consapevolezze a quasi dieci anni dall’esordio con Addio fottuti musi verdi).
E chissà che (come suggerisce il finale) dopo la seconda stagione, anche per i The Jackal il prossimo non sia l’anno giusto per ricominciare da tre.